Bigotti e moralisti, astenersi!!!!!!

Genere: Forbidden / Dark romance
Casa editrice: Selfpublishing
Data di Uscita: 1 dicembre 2016
Prezzo: € 4,99    

Sinossi: Non pensavo di essere preparata ad affrontare ciò che la vita aveva in serbo per me.
Non ero pronta ad ammettere quello che sentivo crescere in me.
Ho provato a resistere, ho lottato contro la mia debolezza, ma non è servito a niente.
Alla fine, ho ceduto.
Ho combattuto con le unghie e con i denti contro qualcosa di innaturale, un sentimento profondo, tossico, che mi ha fatta sua, contro la mia volontà.
Forse una vittima, preda di un terribile incantesimo, prova le stesse cose che ho provato io per tutta la mia vita.
Forse la magia è reale.
Forse questi sentimenti sono davvero il frutto di un micidiale incantesimo.
Oppure di una terribile maledizione.
Perché mi sento maledetta, non incantata.
L’amore tormentato e viscerale ha annebbiato la mia mente e fatto prigioniero il mio cuore, che ha sanguinato per lui, per così tanto tempo.
Iago Cesar Vinci.
Il mio nome è Sveva Luisa Vinci e Iago è mio fratello.



Per questo romanzo mi sono lasciata catturare dalla scia di polemica che rincorreva l’autrice per il contenuto altamente forbidden del romanzo. Se appartiene al filone del proibito un motivo ci sarà, no? Come al solito i grandi puritani si sono fatti sentire, tanto che Amazon per un po’ ne ha bloccato la vendita, ma alla fine molto polverone per nulla.
Personalmente ho trovato questo romanzo gradevole. Non mi ha creato particolari aspettative e non mi ha coinvolto né psicologicamente né sentimentalmente. È andata da sé il paragone tra il romanzo di Anya e quella di Tabitha Suzuma, per il quale invece ho versato fiumi di lacrime. Credo a causa del modo in cui è stato trattato l’argomento incesto. I toni utilizzati da Anya varcano nel dark romance, quindi toni crudi, gesti sporchi, sentimenti annientati contro quello che è invece la purezza di due adolescenti che scoprono per la prima volta l’amore. 
Innaturale è un titolo appropriato, adeguato al tema del romanzo. Poco convincente è stata la storia dal momento del ritorno del caro Iago intorno al quale aleggia un alone di mistero, di silenzio, di boicottaggi. I primi capitoli fanno capire che i limiti dei legame di sangue stanno per essere superati ma avrei preferito approfondire questo legame particolare prima di allontanare il protagonista dalla scena, ormai non si sa più per quale motivo. Non sarò stata molto attenta ma non ho capito in che cosa è invischiato Iago dopo la sua permanenza in prigione. La figura di Roberto è chiarissima, un tirapiedi, un braccio destro di tutto rispetto. Questo personaggio non mi ha neanche lontanamente scalfito. L’ho trovato incolore. Il secondo fratello, Alejandro, e i genitori dei tre figli sono alla fine le vittime designate di questo mostro che non ha più un cuore, che mostra di averlo solo in rari casi ma che sembra combattere contro la propria natura umana per imporsi il ruolo di very bad boy. A quale scopo, poi?
La protagonista – è suo il pov - è l’eterna indecisa Sveva che dapprima vive adorando il suo caro fratellone poi ne diventa vittima. Alterna troppo repentinamente momenti di amore fraterno a odio e amore fisico. Mi ha sballottato tra tutti i suoi sì-no che sinceramente stancano. Hanno dell’incredibile, se non dell’improbabile, le sue avventure di ladra improvvisata che riesce a rubare nella stanza del fratello cattivo senza essere scoperta. Ho pensato che Iago abbia un sonno molto pesante per non accorgersi di quello che succede a pochi metri da lui nonostante lui sia diventato un tipo tosto. Mah, questo è un altro dubbio che mi rimane. Per fortuna alla fine arriva a una grande decisione e prende in mano le redini di una situazione di cui era diventata vittima. La fine vi conviene andarla a leggere perché non ho intenzione di lasciarmi impelagare in risvolti morali, religiosi, umani, ecc. L’epilogo è molto molto appropriato, ma troppo dolce, sembra una sconfitta per il protagonista e non gli si addice!!!!

Questo romanzo (spero!!) è un’opera di pura invenzione e come tale voglio prenderlo. Forse acerbo nel modo in cui viene trattato l’argomento principale e una commistione di generi che lo ha snaturato. Ma le possibilità di miglioramento ci sono. Intanto Anya entra nella mia lista di autrici da seguire. 



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