Maria oggi vi parla di un romance storico uscito per Mondadori nel 2017:
LA FIGLIA DEL MATEMATICO di Laura Kinsale

Genere: Romanzo storico
Casa editrice: Mondadori
Data di Uscita: 2017
Prezzo: € 3.99

Sinossi: Maddy Timms è una giovane riservata che dedica le sue giornate alle opere pie e ad aiutare il padre, insigne studioso di matematica. Christian Langland, duca di Jervaulx, è un dongiovanni e geniale scienziato amico del vecchio Timms. Potrà mai nascere l'amore tra due persone così diverse? Eppure, quando Maddy viene a sapere che Christian è morto in duello, viene colta da un dolore lancinante, inaspettato. Trasferitasi in campagna presso un cugino che dirige un manicomio, fra i ricoverati trova proprio Christian, fatto rinchiudere dalla famiglia. Ora tocca a Maddy, l'unica che sembra credere nella sua sanità, aiutarlo a dimostrare di non essere un pazzo. E scoprire con un brivido un modo nuovo, più pieno, di essere donna.





[Leggeri spoiler]

LA FIGLIA DEL MATEMATICO è uno di quei romanzi di cui sicuramente, se siete appassionate del genere rosa, avrete sentito parlare. Io ho aspettato un bel po’ prima di leggerlo, lo faccio sempre quando so che una lettura mi farà soffrire, in attesa di quel momento "giusto" in cui il mio stato d'animo mi consente di fare scorta di fazzolettini senza angosciarmi.
A lettura terminata, vi posso dire che è difficile esprimervi le emozioni che questa storia mi ha suscitato. Ma andiamo per ordine.
Christian è un duca bello, affascinante e schifosamente ricco, un personaggio potente dell'Inghilterra del XIX secolo che gode degli agi della sua posizione. Convinto di avere la vita in mano e un lungo futuro davanti a sé. 

Maddy, invece, è la figlia di uno studioso di matematica, appartenente alla comunità dei quaccheri, che disdegna tutto ciò che rappresenta il Duca di Jervaulx.

Due persone diverse, due mondi in contrapposizione.
Ma il destino, spesso, si diverte a mescolare le carte, e allora può capitare che due universi paralleli entrino in collisione, sfumando i confini di ciò che sembrava definito, giusto e sbagliato, amore e odio, sanità e pazzia.
Ed è proprio quello che succede ai nostri protagonisti quando, per una beffa del fato, si ritrovano faccia a faccia nell'ultimo luogo in cui avrebbero immaginato di incontrarsi: un manicomio. 

Inizia così, per entrambi, un percorso duro, fatto di sofferenza e dolore, ma anche di emozioni e sentimenti che metteranno più volte in dubbio le certezze di cui, sia Christian che Maddy, erano tanto convinti.

La lettura inizia lenta, costituita da descrizioni che a volte mi hanno un tantino annoiata, ma poi prende il volo e inevitabilmente rapisce il lettore. C'è stato un momento preciso in cui ho pensato "Ok, finalmente ci siamo", ed è stato quando il Duca descrive al papà non vedente di Maddy, la bellezza della figlia. In quel momento per me è iniziata la magia.

È ammirevole e struggente al tempo stesso, come la Kinsale riesca a trasmettere lo strazio di Christian, un uomo che dalla vita ha tutto e che un giorno, all'improvviso, perde ogni cosa, persino se stesso. La sua difficoltà nel muoversi, nell'esprimersi, nel coordinare la mente e il corpo, sono descritte in maniera magistrale, un modo che ti fa sentire, sulla pelle e nell'animo, l'angoscia, il dolore, e la fatica di quest'uomo, probabilmente colpito da ictus, che lotta per tornare a essere quello di prima, pur consapevole che mai riuscirà a essere la stessa persona.

E lodevole è anche la capacità dell'autrice di comunicare i dubbi e i turbamenti di Archimedea, quella lotta tra ciò che prova e le regole del mondo di cui fa parte. Confesso di non averla trovata all'altezza di un personaggio come il duca in certi momenti. A tratti noiosa, troppo immersa in quel quaccherismo fatto di "no": ai balli, al pizzo, alle bugie, alla passione. Poi l'ho capita e, forse, anche apprezzata.

Rifiutati e ostacolati dai rispettivi mondi, Christian e Maddy vivranno un'avventura dura, un viaggio che più volte mette alla prova ciò che sono, o che sono convinti di essere, e che li costringerà a scegliere tra la ragione e il cuore, tra ciò che conoscono e il brivido di quello che non hanno mai provato prima.

La scena che più mi ha emozionata, quando mi sono ritrovata a piangere senza rendermene conto, è stata quella in cui Christian si reca alla Riunione degli Amici:

«Pensi... no?» le chiese Christian. «Pensi che sei una dolce piccola timida quacchera?» La risata scomposta che ebbe nel dire questo salì fino alle travi del soffitto. «Ostinata... egoista...bugiarda caparbia per orgoglio! Non farò riverenze al re, dannazione! Entrare nella cella di un pazzo... a testa alta... senza paura... avrei potuto ucciderti, Maddy. Ucciderti cento volte»
«Era un incarico» sussurrò lei
«Era... tu» replicò Christian. «Duchessa. Tu... mi hai tolto di là. Tu hai sposato...duca. Tu hai detto... niente cipria ai domestici» Indicò il pavimento « Dimmi ora... in ginocchio, lo farò. Il dono del Diavolo.» Incurvò le labbra « Non perle, fiori... abiti da sera. Qualcosa di impuro in verità. Ti dono... egoista arrogante bastardo... quello che sono, e tutto quello che posso»

Chi l'ha letto potrà capirmi.

LA FIGLIA DEL MATEMATICO è sicuramente un romanzo, riduttivo definirlo romance, indimenticabile, uno di quelli che non ha termini di paragone, che "o si odia o si ama". Io l'ho amato anche se, non posso negarlo, si tratta di una lettura prolissa e difficile, non proprio una storia da leggere in spiaggia, sotto l'ombrellone. 

Se amate i romanzi torcibudella, quelli che chiedono la vostra attenzione per più di un pomeriggio, se non disdegnate soffrire, arrabbiarvi e commuovervi, e se non l'avete ancora fatto, allora questa è una storia che vi consiglio vivamente. Se lo farete, spero che vi lasci ciò che ha dato a me: la consapevolezza di quanto può guarire e lenire la potenza di un sentimento come l'amore, quando si tratta di amore vero; e la certezza che con l'ostinazione e la forza di volontà tutto può essere ribaltato, anche quando ogni cosa sembra perduta.



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